martedì 4 febbraio 2014

UN ANNO A FEBBRAIO

Un anno fa ci hai lasciato.

Cosa ci rende diversi ed uguali?
C'è chi cade e si rialza e chi ad un tratto è come senza forze.
A volte la mente come il corpo è troppo stanca.
Quando divori la vita, quando vivi intensamente hai semplicemente più polvere sulle ossa.
E quando capita nella vita di aver finito il carburante, vivi sul ciglio :
basta il minimo soffio di vento a farti cadere.
Non è l'ultima cosa la causa: quell'ultima cosa è solo il PRODOTTO di una somma di fattori.

Chi prima chi dopo....
arriva il momento nella vita di ognuno di noi in cui, volenti o nolenti, incominciamo a tirare le somme: 
di quanto si è fatto, di quanto si è ottenuto per volontà o per caso
e si comincia a soppesare il tutto.
Più o meno consciamente misuriamo quello che abbiamo tra le mani e lo paragoniamo all'idea che abbiamo sempre avuto da bambini di come sarebbe stata la nostra vita.
Molti di noi ad un certo punto si vedono troppo distanti da tutto.
Tiri le somme ed anche se hai le mani piene di cose, improvvisamente ti sembrano invisibili o di poco conto.
Non è ricco colui che ha ma colui che è diventato cio' che sognava di essere.
Non è ricco colui che ha ma colui che è esattamente al punto in cui si aspettava di trovarsi.

Anche nella mia vita due anni fa' c'è stato un momento in cui mi sono sentita infinitamente povera:
non contava il molto che avevo perchè non era cio' che avrei sempre voluto.
Non corrispondevo all'idea di me adulta che avevo da bambina.
E allora mi è crollato il pavimento da sotto o piedi.
Sospesa.
Non vedevo più nulla avanti a me, solo buio:
poche aspettative dal prossimo...perchè a 40 anni hai già preso ogni tipo di fregatura e la gente ormai ti ha deluso profondamente e non ti aspetti più nulla dal prossimo.
Ti senti solo ed unico.
Pecora nera, diversa.....
Anche io volevo andare, ma ho solo avuto più fortuna e meno coraggio.
La paura di andare ha fatto si che attendessi ogni giorno quello successivo:
e qualcosa è sopraggiunto, salvandomi.

Vorrei avessi avuto all'epoca la mia stessa paura.
Vorrei che avessi atteso ancora un po'.
Chissà se saresti stato fortunato come me oggi, non lo so, 
nessuno ha certe risposte.

Comunque sia e ovunque tu sia,
ti ricordo con molto affetto.
Eri speciale, chiunque con un po' di cuore se ne accorgeva.

Ma non mi preoccupo, dopotutto, un giorno ci ritroveremo.





4 commenti:

  1. Ha provato a scappare dalla forma di prigionia più insopportabile. Ne so qualcosa per esperienza diretta purtroppo e so come ci si sente: disarmati e con la paura di non aver fatto niente per impedirlo. Ora però è libero... e se il tuo pensiero è rivolto a Fabio, come il mio è rivolto al mio più caro amico... trova sempre nel dolore la forza di capire quanto sei forte. Un forte abbraccio, un tuo grande ammiratore, Kikkomix.

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